mercoledì 28 maggio 2025

Un deserto di miseria.

 


Stanno distruggendo tutto. Campi di ulivi, aranceti, allevamenti, miniere, energia, autonomia: annientati. La Spagna, un tempo terra fertile e indipendente, oggi viene sventrata pezzo per pezzo per soddisfare i capricci criminali dell’Agenda 2030, mentre PSOE e PP si spartiscono i resti come sciacalli.

Mentre gli agricoltori vengono massacrati dalle imposizioni dell’UE e ridotti alla fame, gli “intermediari” e i consulenti delle multinazionali estere fanno miliardi, comprando a poco e rivendendo a caro prezzo, lasciando una nazione in ginocchio a pagare il doppio per quello che un tempo produceva da sola.

Quattro figli di papà con camicia stirata e portafogli pieno si arricchiscono svendendo il futuro di milioni di spagnoli. Distruggono i raccolti, coprono le terre con pannelli solari imposti, uccidono le tradizioni, e tutto in nome di un “progresso” deciso da Bruxelles e Berlino.

E la gente? Tace. Obbedisce. Vota la stessa feccia politica, si tappa il naso e continua a ingoiare merda. "Rossi", "progressisti", parassiti travestiti da salvatori, pronti a sacrificare il paese intero per un sussidio o una poltrona europea.

La colpa è di chi vende sovranità per un applauso all’ONU, ma anche di chi non si ribella, non si alza, non dice basta.

Ci stanno lasciando solo due scelte:

1. Sopportare e morire lentamente in una nazione svuotata.

2. Andarcene, costretti a fuggire da casa nostra come profughi economici.

Non è un’esagerazione. È un'occupazione lenta, silenziosa, ma totale.

E noi? Ancora muti. Ancora complici.


Davide Zedda


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