Continua inarrestabile, feroce, e totalmente insensata la
distruzione del patrimonio verde in Italia. Questa volta è toccato a Vibo
Valentia, in piazza Salvemini, dove alberi perfettamente sani sono stati
abbattuti come se fossero rifiuti da smaltire, non vite da rispettare. Non un
ramo secco, non un segno di malattia: solo il peso inaccettabile della loro
esistenza di fronte al “progresso” imposto.
Tutto questo ha un nome e una giustificazione sempre più
inquietante: Agenda 2030. Dietro la patina di parole su sviluppo sostenibile e
futuro intelligente, si nasconde una realtà ben più cupa: l’annientamento
sistematico di ciò che è naturale per fare spazio al digitale, alle antenne 5G,
e alle tanto celebrate (quanto disumanizzanti) Smart City.
Ma a quale prezzo? Il silenzio verde degli alberi viene
sostituito dal ronzio incessante della tecnologia, l’ombra fresca delle chiome
secolari cede il passo al cemento rovente. Ci parlano di innovazione, mentre
assistiamo a un vero e proprio scempio ecologico, compiuto nel nome di una
modernità che ha smarrito ogni contatto con la Terra.
Vergogna.
Abbattere alberi sani non è progresso. È un atto criminale
contro la natura e contro le generazioni future. Chi ha autorizzato questi abbattimenti
dovrebbe rispondere non solo politicamente, ma moralmente e civilmente del
danno arrecato. La cittadinanza deve svegliarsi, informarsi, resistere. O il
prossimo albero a cadere potrebbe essere quello sotto casa tua.
Davide Zedda
Vorrei fare una semplice domanda a tutti coloro che hanno visto l'orripilante video: secondo voi qual è l’unico animale al mondo che distrugge il proprio habitat?
Voi direte: è l'animale uomo, no?
No. È l’animale testa di cazzo!