Da marzo 2020 non c’è traccia di alcuna influenza stagionale. Lo si vede in un grafico contenuto in un documento dell’OMS pubblicato il 12 ottobre.
Radio Radio ha intervistato Maria Grazia Dondini, medico di
Medicina Generale che opera in provincia di Bologna.
La dottoressa ha raccontato di aver avuto la fortuna di
incontrare il professor Pierfrancesco Belli, presidente della commissione
Rischi ed Etica Sanitaria, con il quale sta collaborando.
“Sta preparando una denuncia perché ha evidenziato come
siano stati completamente stravolti i principi della governance che ha
proceduto non negli interessi della salute ma in direzione contraria”.
Dondini ha spiegato che nel tempo sono
state prese decisioni che avrebbero favorito la “medicina del profitto”. “Decisioni
di natura politica ed economica che partivano dal ministero, a cascata
ricadevano sulle regioni e poi sulle ASL”.
Pensate all’accordo vergognoso, passato in sordina, siglato
tra il sindacato maggioritario Fimmg (Federazione italiana Medici di Medicina
Generale) con una grossissima casa farmaceutica, la Sanofi”.
La dottoressa si riferisce al protocollo d’intesa siglato
ad aprile dalla Sanofi con la Società italiana di medicina generale e delle
cure primarie (Simg) e con la Federazione italiana medici di medicina generale
(Fimmg).
Grazie a questa intesa la casa farmaceutica potrà
intervenire sulla formazione dei medici di medicina generale. Interessante che
la formazione riguardi, tra le altre cose, «l’identificazione di un corretto
orientamento in caso di emergenza sanitaria, picchi di gestione di condizioni o
patologie stagionali».
“Pensiamo alle campagne vaccinali” ha commentato la
Dondini. “Le persone non lo sanno ma il medico riceve una quota
pro-dose per ogni vaccino che effettua sul paziente. Ma non solo: se il medico è
particolarmente virtuoso da raggiungere il target di dosi effettuate durante la
campagna vaccinale, riceve a fine anno degli incentivi ulteriori”.
Poco prima di concludere l’intervista Fabio Duranti ha
chiesto alla dottoressa come sia possibile che, da marzo 2020, secondo un documento
pubblicato dall’OMS, non vi sia alcuna traccia delle cinque forme più comuni di
influenze stagionali.
“Tutto è rientrato nelle diagnosi
di Covid” ha risposto il medico. “Noi
riceviamo annualmente a ottobre, prima dell’inizio della campagna vaccinale, il
report dell’andamento dell’influenza dell’anno precedente. Quest’anno, ed è
molto curioso, abbiamo ricevuto questo report alla fine di febbraio”.
Insomma qualcuno ha fatto sparire tutte
le influenze stagionali da marzo 2020. Oppure hanno cambiato il nome e adesso
rientrano tutte nell’etichetta Covid. “È una follia”,
commentano all’unisono la dottoressa e il conduttore Fabio Duranti.