Credo di aver abbondantemente dimostrato che i tamponi Covid sono del tutto inaffidabili, e servono solo per mantenere in piedi la tragica farsa degli asintomatici positivi che proroga all’infinito questa devastante falsa pandemia. Ma oggi ho scoperto un nuovo elemento di questa vera e propria truffa, la scelta di ridurre la positività al tampone al rilevamento di uno solo dei 3 geni che definirebbero il SARS-Cov 2.
Sapete anche che, pur sostenendo che il virus non è mai stato isolato
e non esiste prova della sua patogenicità, cerco sempre di trovare le
contraddizioni all’interno dell’impianto ufficiale che sostiene la narrativa
pandemica. Ed è facendo questo che ho scoperto quest’ulteriore tassello della
truffa. Altri magari l’avevano già scoperto. In effetti, sono stato allertato
inizialmente da una dichiarazione del Prof. Palù, riportata proprio
nell’articolo de La Verità che ha parlato anche di me e della nostra denuncia
contro i tamponi:
“Se si usa un kit di
tamponi che amplifica un solo gene, come si fa oggi per velocizzare, si
amplifica la sensibilità con il rischio di falsi positivi.”
Quando ho letto questa frase mi si è acceso un campanello
di allarme. Ma è solo quando mi è capitato per mano un certificato di un
tampone Covid, che ho capito. Questo è il certificato:
Come vedete, il test ha cercato 3 geni, il gene E, il gene
RdRp e il gene N. Si tratta di 3 geni che sarebbero tutti e 3 caratterizzanti
il SARS-Cov 2. Dunque, se il virus fosse presente, dovrebbero essere trovati
tutti e 3, perché se il virus è integro, l’unico caso in cui può avere un ruolo
patogeno e infettare, è chiaro che il test deve trovare tutti e 3 i geni che lo
compongono. Se ne trova solo uno, o è un test negativo, oppure deve ammettere
che del virus ce n’è solo un pezzo.
E in effetti, all’inizio era così: eri positivo solo se il
test rilevava tiutti e tre i geni. Ma, come spiega lo stesso certificato, tutto
è cambiato nell’ Aprile scorso:
”dal 02/04/2020, in accordo con
il centro coordinatire regionale, la rilevazione anche di un singolo gene
target di SARS-Cov2 viene interpretata come esame POSITIVO”.
Quindi, se si fosse mantenuto l’approccio originario, quasi
sicuramente la massa di positivi asintomatici che abbiamo oggi non ci sarebbe
stata. Invece, con questo cambio in corso d’opera, improvvisamente basta
rilevare un solo gene dei 3, per essere dichiarati positivi!
E come ho spiegato nel mio documento sui tamponi, la
necessità di rilevare tuti e tre i geni diventa evidente quando si guarda alla
scarsa specificità di ciascun gene. Sotto vediamo le sequenze geniche della
equipe tedesca di Drosten, colui che ha fatto il test-tampone dichiaratamente
solo al computer, senza avere nessun virus fisico a disposizione. Si tratta
comunque di un test-tampone tra i più diffusi in Europa:
Come si vede, il tampone di Drosten utilizza tutti e 3 i
geni: E, N e RdRP. Ma se confrontiamo la sequenza genica del SARS-Cov 2 con
quella del SARS-Cov originario (al penultimo posto nella lista), vediamo che:
- il gene E del SARS-Cov 2 è identico al 100% a quello del
SARS-Cov1, e probabilmente a quello di tutti i SARS coronavirus (nella
penultima riga non ci sono variazioni di lettere);
- Il gene N ha una sola variazione, una C invece di una T,
al 15° posto della sequenza del Reverse primer. Questa è una
variazione di appena 1/64esimo, ovvero di appena l’1.5%. Le possibilità di
confusione e cross-reattività (rilevare un SARS virus diverso dal SARS-Cov2) è
molto elevata.
- Il gene RdRP è l’unico che ha 5 variazioni su 64, di
nuovo non una grande differenza, anche se meglio degli altri due.
Quindi, in base alla nuova diposizione secondo cui un solo
gene è sufficiente, se il gene che si rileva è il gene E, il test non dovrebbe
avere nessun valore, dato che si tatta di un gene aspecifico, ovvero proprio di tutti i
coronavirus; e invece, oggi, se ti rilevano il gene E, sei positivo, con
tutte le conseguenze del caso.
Se, come in questo caso, ti trovano solo il gene N, il
rischio di cross-reattività, cioè che il test reagisca ad altri virus o
particlle virali, è molto alto, dato che il gene N ha solo un nucleotide di
differenza su 64, quindi
basta un niente (specie se si considera che si insiste sempre sulla
mutevolezza del virus), per
“beccare” un virus diverso, magari del tutto innocuo (da cui
l’asintomaticità). Quindi, anche qui, col solo gene N, si è quasi certi di
risultare positivi a qualsiasi particella simil-virale, come spiegano alcuni
ricercatori che hanno valutato la cross-reattività dei test tampone:
““…abbiamo trovato
che solo uno di loro (il gene RdRP-SARSr-P2) è quasi specifico per il nuovo
coronavirus, mentre le altre “sonde” (sequenze geniche) rilevano anche altri
tipi di coronavirus. Sotto questo aspetto, i risultati con falsi positivi
possono ampliarsi in rapporto al Covid-19”. (Kakhki RK et al, COVID-19 target:
A specific target for novel coronavirus detection, Gene Reports 20 (2020)
100740).
Quindi, per concludere, anche se ritengo che non ci sia
nessun virus patogeno, è chiaro che, ponendosi dal punto di vista di chi crede
a questo super-patogeno SARS-Cov2, data la sua “forza” patogenica, non dovrebbe
essere difficile trovare tutti e 3 i geni indicati come costitutivi del virus. E allora, perché si è deciso che
per la positività è sufficiente trovarne 1 solo? Palù, diplomatico,
afferma che è stato per velocizzare le cose; io, che come Andreotti ritengo che a pensar male si può
far peccato ma spesso ci si prende, penso che abbiano fatto questa decisiva
modifica perché quando hanno visto che i morti causati dalle terapie sbagliate
di Marzo stavano iniziando a scemare, e c’era bisogno di tenere altro il
livello di guardia coi positivi, per quanto asintomatici, hanno stabilito una
procedura che garantisse di trovare quanti più positivi possibile, per quanto
asintomatici, che è quello che è successo e sta continuando a succedere.
Ora, io faccio appello a tutti coloro che, in buona fede,
credono al virus super-patogeno: OK, ma non si dovrebbe far sì che tale virus
venga rilevato in modo corretto, e senza trucchi?
E a questo proposito, si guardi l’altra affermazione
contenuta nel certificato Covid:
“Rilevata positività con valori
di CT > 35. Si ricorda che tale condizione, in più del 95% dei casi, non è
associata a presenza di infettività.”
Questo significa che l’unico gene rilevato, come se non
bastasse la sua aspecificità e cross-reattività, è stato rilevato con un numero
di cicli di PCR superiore a 35, il che, a detta di tutti gli esperti seri di
PCR, genera risultati non affidabili, e generalmente “spazzatura”. Almeno, in
questo laboratorio, hanno scritto che il positivo in questione non è infettivo;
ma pensate che ciò venga
riportato nelle terroristiche statistiche nazionali?