Di Valdo Vaccaro.
Ricordiamo che Ippocrate, 400 anni prima di Gesù,
prescriveva il digiuno come cura di ogni malanno.
Ippocrate, la febbre mi tormenta, che devo fare? Digiuno!
Ippocrate, la testa mi sbatte. Digiuno!
Ippocrate, non riesco a piegarmi dal mal di schiena.
Digiuno!
Ippocrate sono stanco e depresso. Digiuno!
Ricordiamo pure che il digiuno è una dieta che funziona
sempre e dovunque da 5000 anni, presso tutte le civiltà.
Erodoto, storico greco, descrive gli Egizi come gente
estremamente sana. La loro regola era il digiuno di 3 giorni una volta al mese.
“Nessuno ci ha dato
una vita corta, siamo noi che la rendiamo tale. La strada sicura per una buona
nutrizione è il digiuno. Libero dai residui del corpo e dai falsi appetiti,
sarai pronto ad abbracciare frutta fresca, noci, semi e radici, sarai pronto a
liberarti dal cibo-spazzatura”, parola di Seneca.
“È il cibo che fa
l’uomo dissoluto o responsabile, mediocre o illuminato”, è una delle perle
filosofiche di Claudio Galeno, medico personale dell’imperatore Marco Aurelio
Antonino, autore a sua volta delle “Riflessioni” e delle “Meditazioni”, oltre
che del più che mai attuale motto “Vivere secondo natura”.
“Se non soffri di stomaco,
di ventre e di gotta, non esiste al mondo regalo di re capace di renderti più
felice”, firmato Orazio.
