“Ciononostante molti medici continuano a considerare la
febbre come un nemico da combattere, e il consumo mondiale di antipiretici o di
febbrifughi non tende affatto a diminuire.
Il grande maestro igienista australiano dr. Alec Burton, ha
affermato ripetutamente che la febbre è regolata nel cervello, e che viene
limitata entro margini accettabili di sicurezza dall’azione di enzimi
specializzati nella produzione e nella gestione ottimale del calore.
Il corpo produce calore e febbre per un motivo, e non a caso.
Se si cerca di raffreddare il febbricitante con panni
freddi o peggio con farmaci, si costringe il suo organismo a produrre più
calore per ripristinare l’alto calore stabilito in origine, causando lavoro in
più e ritardi nella guarigione.
Nessun danno proviene dalla febbre, mentre tanto danno
proviene dalle interferenze umane.
Il caldo è segnale positivo di vitalità e di reattività.
Già Parmenide, del resto, filosofo e medico della Magna
Grecia usava esprimersi con la celebre frase
Datemi la potenza della febbre, e saprò fare mirabilie.
Questo avveniva la bellezza di 2500 anni fa.
La febbre alta di breve durata, tipica dei bambini e dei
giovani, degli organismi integri e ricchi di capitale enzimatico, è quella
migliore.
La febbre bassa e prolungata dei 37-37,5 ° C, è assai più
rischiosa e degna di fondati timori.
Sempre ricordando che un corpo privo di vita non innalza
più alcuna temperatura.
Se una persona trema di freddo, offritele una coperta in
più.
Se ha troppo caldo, toglietele una coperta. In ogni caso la
circolazione d’aria è assolutamente indispensabile.
Occorre mantenere il paziente in condizioni confortevoli.
L’abitudine di ridurre e sopprimere la febbre, nel timore
che essa vada oltre i limiti paventati dal terrorismo psicologico di una certa
medicina, può avere effetti drammatici e persino mortali.
Nell’Ohio,
tra il 94 e il 97, un centinaio di bambini con sintomi influenzali cessarono di
vivere.
Erano
tutti stati sfebbrati con semplice aspirina.
È stato provato che la febbre alta mobilizza le difese
dell’organismo e scatena una maggior produzione di interferone, mentre invece
l’aspirina ritarda pesantemente la guarigione.
Oggi si sa che la febbre è controllata e gestita
dall’ipotalamo. Si sa pure che l’attività vigorosa ed essudante degli atleti è
in grado di provocare alta temperatura e di replicare gli effetti benefici
della febbre stessa.
Gli igienisti hanno dimostrato anche qui di aver capito i
meccanismi difensivi in anticipo sui tempi.”
Valdo Vaccaro
