“Dio sta dappertutto e non ha bisogno di preghiere e
riverenze e segni di croce, di nenie ed acque sante.
Non sta di certo né a Roma, né in Arabia, né in Palestina,
né in Israele.
Non esistono per lui luoghi santi e luoghi non santi.
Groenlandia e Patagonia valgono per lui quanto i vaticani e le mecche.
Sta in qualunque posto della terra dove violenza e
fanatismo non siano di casa.
Tutti i viventi sono figli di Dio e degni di grande
rispetto. Uomini e donne, cittadini e stranieri, bianchi e neri, occidentali e
orientali. Non esistono fedeli e infedeli.
Chi crede in Dio poi non vale un centesimo in più di chi
non ci crede.
Per
esperienza vissuta, posso dire che gli animi più incattiviti e debosciati
appartengono proprio ai frequentatori più assidui di chiese, messe e funzioni
religiose.
Conta
molto di più la bontà d’animo e la buona educazione, da cui non si dovrebbe mai
sgarrare.
Il valore di una persona non si misura di certo in base
alla fede che predilige o confessa.
Il solo posto in cui Dio troppo spesso manca è proprio nel
cuore di ognuno di noi, e soprattutto in quello degli assatanati e dei violenti
sopraffattori.”
Valdo Vaccaro.
Condivido in toto il pensiero di Valdo Vaccaro. Aggiungo soltanto
due parole.
Durante un convegno religioso tenutosi a Milano nel 2016, e
a cui partecipavano anche i rappresentanti delle religioni ortodossa e
protestante, il teologo Ermis Segatti se ne uscì con queste meravigliose
parole: “se Dio fosse allora Dio non sarebbe”.
Un'ovvietà, questa espressa dal teologo, semplice e onesta,
pregna di Libertà e Rispetto: una sorta di riverenza all’ Intoccabilità e all’
Inconoscibilità.
Nulla a che vedere quindi con le ambiziose grinfie
dell'appropriazione. Nulla a che fare con l'onnipotente e vergognoso
guinzaglio.
Il dio imprigionato dall’uomo vale come un dio di spade (o bastoni), quando va a denari.