Le turbine eoliche, simbolo delle energie rinnovabili, nascondono un lato oscuro spesso ignorato. La costruzione di una singola turbina richiede un'enorme quantità di energia, risorse e materie prime come acciaio, rame, cemento e terre rare, tutte estratte con processi altamente inquinanti.
Ogni turbina comporta un’impronta di CO2 significativa, contraddicendo l’immagine di "energia pulita".
Attualmente ci sono circa 500.000 turbine eoliche operative nel mondo, e il numero è destinato a crescere esponenzialmente entro il 2030 per soddisfare gli obiettivi Net Zero. Ma pochi considerano l'impatto ambientale complessivo: la devastazione di habitat naturali per far spazio ai parchi eolici e l'inquinamento generato dallo smaltimento delle pale. Infatti, queste ultime, fatte di materiali compositi non riciclabili, spesso finiscono in discariche, accumulando tonnellate di rifiuti non biodegradabili.
Con
una durata media di 20 anni, il ciclo di vita delle turbine eoliche si traduce
in un'eredità di problemi ambientali. È davvero questa la soluzione sostenibile
che ci salverà? O è solo un’illusione di "greenwashing" mascherata da
progresso?