giovedì 2 gennaio 2025

San Francesco direbbe: "fratello raffreddore e sorella influenza...".


 

Il raffreddore è una delle affezioni più semplici e comuni che ci colpiscono.

Durante il secolo scorso, e particolarmente nel dopoguerra, molti ricercatori dei vari paesi hanno investito tempo e danaro per scoprirne la causa.

Ciononostante, le cause del raffreddore rimangono tuttora un mistero profondo e oscuro. 

In genere esso va e viene, fa il suo corso e poi passa. Sembra un paradosso, ma il fallimento della ricerca sul raffreddore è dovuto al microscopio, strumento usato e abusato, strumento che ha creato dei pregiudizi e delle idee fisse e dogmatiche su batteri e virus. 

Quando ti attacchi al microscopio elettronico diventi preda di esso e non viceversa.

Vieni ipnotizzato dalla vista di microrganismi di vario disegno e attribuisci loro delle azioni, dei comportamenti, dei ruoli e in genere dei misfatti che in realtà non esistono. 

Si sono pertanto utilizzate migliaia di sieri sperimentali, di farmaci e vaccini, al fine di esorcizzare i microrganismi e vincere queste fastidiose malattie che il più delle volte, nota bene, sono innocenti e addirittura benefiche e curative, in quanto rappresentano la strada ottimale, quella più breve per riportare l’organismo alla massima funzionalità. 

Queste sindromi fastidiose sono segnali d’allarme che il terreno, cioè il corpo ha accumulato sporcizia ed avvelenamento oltre i limiti di tolleranza, per cui occorre depurarlo mediante i processi naturali previsti dalle leggi immortali di auto-guarigione, mediante le leggi stabilite dalla Sola-Unica-Esclusiva Sovrana Medicatrice di tutti i Mali che si chiama non dottore, non farmaco, non vaccino ma Madre Natura. 

Qualsiasi intervento invasivo esterno mirato a silenziare o a soffocare il sintomo, l’infiammazione, la febbre, i dolorini di contorno, diventa a questo punto un vero attentato contro la salute. 

Le cosiddette malattie creano immunità e resistenza naturale nell’organismo, ma nei casi di interventi impropri ed invasivi esterni, messi in atto da medicastri e da terapeuti privi di scienza e di valore, provocano crisi bronchiali, respiratorie e polmonari di tipo anche letale. 

Quando le membrane di rivestimento di naso e gola sono scelte dal corpo stesso come canali attraverso i quali espellere le enormi quantità di tossine accumulate nell’intestino, noi definiamo questo processo come raffreddore, e tutti pensano al freddo, anche perché spesso il fenomeno accade in concomitanza con la stagione fredda, dove in genere si adottano stili di vita estremamente incompatibili col benessere. 

La maggior parte delle malattie respiratorie ha origine in realtà nell’apparato digestivo malfunzionante e malcurato, nel metabolismo rallentato e impigrito, nei tempi eccessivi (oltre le canoniche 30 ore circa) di smaltimento tra l’ingresso in bocca e la deiezione nello sfintere anale, nella formula del sangue che non è scorrevole e alcalino, ma è acidificato, scarsamente fluido, è guasto-grasso-catramoso. 

Appena noi cessiamo di sentirci sani e in forma, anche per un semplice raffreddore, abbiamo il dovere di interrompere ogni lavoro materiale e mentale impegnativo, abbiamo il dovere di permettere al nostro organismo di ristabilire il suo equilibrio. Sciupare la nostra forza vitale col lavoro quotidiano significa ritardare o impedire la propria guarigione, significa agire contro il nostro interesse, significa agire contro l’interesse del nostro datore di lavoro, significa agire contro l’interesse di chi ci circonda. Il primo dovere verso noi stessi, verso la nostra famiglia e verso la società è quello di restare in perfetta salute. Non appena cadiamo malati, cominciamo a diventare un peso per gli altri. 

Il raffreddore in ogni caso rappresenta un processo di purificazione dell’intero organismo, un prezioso strumento di guarigione, specie se accompagnato da febbre alta, cosa spesso impossibile nelle persone anziane, tanto che Parmenide ebbe a dire “Datemi una febbre alta e ne saprò fare mirabilie”.

La conclusione finale è che molte persone vengono letteralmente prese in giro dal raffreddore, considerato ormai universalmente come sindrome virale.

Esse pensano ad esempio che i raffreddori siano più diffusi quando il tempo è nuvoloso, umido e freddo gelido.

Fatto è che ciò può accadere ma non per il clima quanto per certe circostanze al clima collegate.

In presenza di tali condizioni esterne noi mangiamo cibi più sostanziosi, più proteici, più grassi e più cotti, siamo meno attivi, trascorriamo più tempo in ambienti chiusi riscaldati, eccessivamente secchi e scarsamente aerati. 

In tempo estivo, al contrario, stiamo per lo più all’aperto, assumiamo molta acqua biologica da frutta acquosa e fresca, catturiamo i preziosi raggi del nostro inseparabile amico e fratello Sole.

Valdo Vaccaro