Il
raffreddore è una delle affezioni più semplici e comuni che ci colpiscono.
“Durante il secolo scorso, e particolarmente nel dopoguerra, molti ricercatori dei vari paesi hanno investito tempo e danaro per scoprirne la causa.
Ciononostante, le cause
del raffreddore rimangono tuttora un mistero profondo e oscuro.
In genere esso va e
viene, fa il suo corso e poi passa. Sembra un paradosso, ma il fallimento della
ricerca sul raffreddore è dovuto al microscopio, strumento usato e abusato,
strumento che ha creato dei pregiudizi e delle idee fisse e dogmatiche su
batteri e virus.
Quando ti attacchi al microscopio elettronico
diventi preda di esso e non viceversa.
Vieni ipnotizzato dalla
vista di microrganismi di vario disegno e attribuisci loro delle azioni, dei
comportamenti, dei ruoli e in genere dei misfatti che in realtà non esistono.
Si sono pertanto
utilizzate migliaia di sieri sperimentali, di farmaci e vaccini, al fine di
esorcizzare i microrganismi e vincere queste fastidiose malattie che il più
delle volte, nota bene, sono innocenti e addirittura benefiche e curative, in
quanto rappresentano la strada ottimale, quella più breve per riportare
l’organismo alla massima funzionalità.
Queste sindromi
fastidiose sono segnali d’allarme che il terreno, cioè il corpo ha accumulato
sporcizia ed avvelenamento oltre i limiti di tolleranza, per cui occorre
depurarlo mediante i processi naturali previsti dalle leggi immortali di
auto-guarigione, mediante le leggi stabilite dalla Sola-Unica-Esclusiva Sovrana
Medicatrice di tutti i Mali che si chiama non dottore, non farmaco, non vaccino
ma Madre Natura.
Qualsiasi intervento
invasivo esterno mirato a silenziare o a soffocare il sintomo, l’infiammazione,
la febbre, i dolorini di contorno, diventa a questo punto un vero attentato
contro la salute.
Le cosiddette malattie
creano immunità e resistenza naturale nell’organismo, ma nei casi di interventi
impropri ed invasivi esterni, messi in atto da medicastri e da terapeuti privi
di scienza e di valore, provocano crisi bronchiali, respiratorie e polmonari di
tipo anche letale.
Quando le membrane di rivestimento di naso e
gola sono scelte dal corpo stesso come canali attraverso i quali espellere le
enormi quantità di tossine accumulate nell’intestino, noi definiamo questo
processo come raffreddore, e tutti pensano al freddo, anche perché spesso il
fenomeno accade in concomitanza con la stagione fredda, dove in genere si
adottano stili di vita estremamente incompatibili col benessere.
La maggior parte delle
malattie respiratorie ha origine in realtà nell’apparato digestivo malfunzionante
e malcurato, nel metabolismo rallentato e impigrito, nei tempi eccessivi (oltre
le canoniche 30 ore circa) di smaltimento tra l’ingresso in bocca e la
deiezione nello sfintere anale, nella formula del sangue che non è scorrevole e
alcalino, ma è acidificato, scarsamente fluido, è guasto-grasso-catramoso.
Appena noi cessiamo di
sentirci sani e in forma, anche per un semplice raffreddore, abbiamo il dovere
di interrompere ogni lavoro materiale e mentale impegnativo, abbiamo il dovere
di permettere al nostro organismo di ristabilire il suo equilibrio. Sciupare la
nostra forza vitale col lavoro quotidiano significa ritardare o impedire la
propria guarigione, significa agire contro il nostro interesse, significa agire
contro l’interesse del nostro datore di lavoro, significa agire contro
l’interesse di chi ci circonda. Il primo dovere verso noi stessi, verso la
nostra famiglia e verso la società è quello di restare in perfetta salute. Non
appena cadiamo malati, cominciamo a diventare un peso per gli altri.
Il raffreddore in ogni
caso rappresenta un processo di purificazione dell’intero organismo, un
prezioso strumento di guarigione, specie se accompagnato da febbre alta, cosa
spesso impossibile nelle persone anziane, tanto che Parmenide ebbe a dire “Datemi
una febbre alta e ne saprò fare mirabilie”.
La conclusione finale è
che molte persone vengono letteralmente prese in giro dal raffreddore,
considerato ormai universalmente come sindrome virale.
Esse pensano ad esempio
che i raffreddori siano più diffusi quando il tempo è nuvoloso, umido e freddo
gelido.
Fatto è che ciò può
accadere ma non per il clima quanto per certe circostanze al clima collegate.
In presenza di tali
condizioni esterne noi mangiamo cibi più sostanziosi, più proteici, più grassi
e più cotti, siamo meno attivi, trascorriamo più tempo in ambienti chiusi
riscaldati, eccessivamente secchi e scarsamente aerati.
In tempo estivo, al
contrario, stiamo per lo più all’aperto, assumiamo molta acqua biologica da
frutta acquosa e fresca, catturiamo i preziosi raggi del nostro inseparabile
amico e fratello Sole.”
Valdo
Vaccaro