All’Università di Cambridge, da secoli massima autorità mondiale sulla nutrizione umana, si conclude nel 2000 un ESPERIMENTO EPOCALE intrapreso per vederci chiaro una volta per tutte.
Le dottoresse Kay-Tee Khaw ed Aisla Welch hanno seguito un campione vastissimo di gente (20 mila persone) per oltre 10 anni.
Non si tratta certo di un esperimento ideato e condotto da organizzazioni vegetariane o vegane, ma di una vera e propria ricerca medica.
L’esito non solo è inaspettato, ma addirittura sconvolgente.
Per evitare i due maggiori killer del mondo contemporaneo, che sono il cancro e le cardiopatie, è rigorosamente obbligatoria una DIETA FRUTTARIANA, basata su almeno 5 PASTI sazianti al giorno di SOLA FRUTTA da sistemare opportunamente nella giornata, lasciando ai 2 pasti principali dei tempi andati un ruolo integrativo e quasi formale, adatto alla VERDURA CRUDA seguita da qualche VEGETALE AMIDACEO (zucche, patate e simili) o da qualche leggera concessione a dei compromessi del cotto, tipo CEREALI e LEGUMI, PASTA o PIZZA o MINESTRE, sempre con ingredienti salutari e vegetariani.
Una verità che vale più di 3 rivoluzioni messe assieme, e che non si può rivelare.
Gli stessi organizzatori e i finanziatori dell’esperimento restano esterrefatti e senza parole.
Trattasi
di un documento rivoluzionario più della Magna Charta e più delle rivoluzioni
francese e sovietica messe assieme.
Occorre segretarlo all’istante!
Arrivano ordini perentori in tal senso firmati da Scotland Yard e persino dalla CIA.
Tutto va nel dimenticatoio, ma qualcosa trapela. La faccenda Cambridge trova modo di arrivare in Asia, e viene pubblicata su diversi quotidiani, incluso il China Post di Taiwan.
Il five-per-day viene decodificato anche in Italia.
Ne parla in una sua tesi universitaria, dal titolo I quaderni di Hygea, Valdo Vaccaro, uno sconosciuto ricercatore naturalista udinese.
Per vie traverse e fortunose, per fogli e fotocopie, tale scritto fa un po’ il giro di mezza Italia e arriva nelle mani di diversa gente, tra cui un medico-scrittore (Bruno Melis), un preside liceale che dirige pure un circolo pitagorico (Giuseppe Maraglino), un noto leader vegano-animalista (Franco Libero Manco).
Ne riparla per la prima volta in Italia nel 2008, e sul Corriere della Sera, il dr Umberto Veronesi.
L’espressione five-per-day fa comunque il giro del mondo per conto suo, anche se molta gente non sa cosa significhi esattamente, e pensa magari a uno dei tanti slogan commerciali alla moda.
A nove anni di distanza da Cambridge, arriva l’esperimento di Oxford 2009.
L’Università
di Oxford, sempre gelosa di quanto si fa a Cambridge, non poteva restare con le
mani in mano, e i responsabili del suo Oxford Cancer Research Institute,
intraprendono uno studio tra più complessi e sistematici sull’argomento cancro,
conclusosi nel luglio 2009, con 61000 persone monitorizzate per 12 anni. Questa
volta non si cede alle pressioni e alle minacce, e i risultati vengono
prontamente pubblicati sul The Guardian.
Si
tratta di dati non meno rivoluzionari di quelli evidenziati dai
cugini-concorrenti di Cambridge.
Una riduzione del rischio di ogni tipo di cancro, nella misura del 12%, e di ogni rischio di leucemia nella misura del 45%, e un abbattimento straordinario di tutte le malattie.