martedì 15 ottobre 2024

Pietro Leemann, cuoco stellato svizzero, vegano, fondatore di Joia Milano e pioniere della cucina vegetariana.


 

“Mettere in tavola un pollo, un coniglio, presuppone la fine, spesso cruenta, certo sempre drammatica, dell'animale.

L'esperienza orientale mi aveva svelato il mio essere vegetariano.

Un atto violento che sta all'origine del piatto ne determina il carattere.

La non violenza (ahimsa) verso la natura è una delle basi importanti per il nostro equilibrio psicofisico.

Un approccio aggressivo è causa di malessere, un approccio rispettoso porta benessere. Noi siamo parti della natura, rispettandola ci rispettiamo, stiamo meglio e ci sentiamo meglio.”

“[...] la cucina vegetariana è addirittura liberatoria, nel senso che la presenza di un ingrediente come la carne limita le potenzialità di uno chef costringendolo a focalizzare l'attenzione su quell'unico protagonista.

Di solito, infatti, il piatto carnivoro nasce per esaltare il sapore principale e la costruzione della ricetta ruota intorno a questo.

In questo modo, lo spettro di combinazioni possibili, per quanto numeroso, non è mai ampio quanto quello che a mio avviso offre il prodotto naturale: verdura, frutta, cereali, semi, fiori, spezie. [...]

Trovo molto più interessante la cucina naturale perché celebra la vita e i suoi prodotti stagionali e non la morte dell'animale.”

“Con i miei piatti voglio celebrare la vita, la gioia.

La morte, in cucina, si associa al mondo animale.

Che cos'erano, d'altra parte, un piccione o un'anitra, serviti interi, come accadeva con la cucina tradizionale, se non una rappresentazione, anche nella forma, della morte?

Per quanto mi riguarda, credo che la morte sia realtà da accettare, anzi, presenza con cui avere rapporto dialettico, visto che si tratta del mistero più alto dell'esistenza di ciascuno di noi.

Ma con la cucina credo sia doveroso promuovere un approccio pacifico alla natura.”

- Pietro Leemann