lunedì 4 marzo 2024
Israele sta scrivendo una delle pagine più nere della storia dell’umanità.
E molti lì fuori non se ne stanno minimamente rendendo conto.
La conta dei decessi ha superato i 30mila morti, di cui 12mila bambini.
Giorno dopo giorno, aumentano gli atti di disumanità a cui assistiamo.
A Gaza la fame è usata come strumento di guerra.
Gli israeliani organizzano feste per ostacolare il passaggio dei tir che trasportano aiuti umanitari. L’esercito israeliano pubblica video in cui vengono distrutte le provviste destinate alla Palestina, con canzoni allegre in sottofondo.
E dopo averli portati alla fame e alla disperazione, l’altro ieri le forze israeliane hanno aperto il fuoco su una folla di civili ammassati per ricevere provviste di prima necessità, causando almeno 100 morti e oltre 700 feriti.
Nel frattempo l’Italia continua a vendere armi a Tel Aviv, l’Europa continua a dargli pieno supporto e gli Stati Uniti d’America vanno oltre, continuando a bloccare le risoluzioni Onu per un cessate il fuoco.
La scorsa settimana a Washington un soldato americano di 25 anni si è dato fuoco di fronte all’ambasciata israeliana urlando “Non sarò più complice del genocidio”. È morto in ospedale qualche ora dopo.
Tranne sporadici casi isolati e che rimangono tali, l’indifferenza e il silenzio di fronte a questa carneficina continuano a regnare sovrani. E i mass media come al solito continuano il loro lavoro sporco fatto di propaganda, distrazioni di massa, notizie distorte o del tutto ignorate.
Concludo da dove ho iniziato, ribadendo che Israele sta scrivendo una delle pagine più nere della storia dell’umanità. Io ne sono testimone e la mia coscienza prima della mia professione, mi impone di parlarne, di provare nel mio piccolo a smuovere altre coscienze, di informare coloro i quali vogliono ancora essere informati.
A chi mi chiede, come faccio a parlare ogni giorno di quello che succede a Gaza, rispondo… come fate voi, a non parlare ogni giorno di quello che succede a Gaza.
Matteo Gracis