venerdì 11 agosto 2023

“Datemi la potenza della febbre e saprò fare mirabilie” - Parmenide

 



La febbre, soprattutto quella alta, oltre alle preziose funzioni che ha per la salute, offre anche il vantaggio di aumentare la produzione interna di INTERFERONE, realizzando una combinazione calorica e biochimica micidiale contro ogni eventuale tipo di virulenza e ogni accumulo tossico da espellere.
Ciononostante molti medici continuano a considerare la febbre come un nemico da combattere, e il consumo mondiale di antipiretici o di febbrifughi non tende affatto a diminuire.
Il grande maestro igienista australiano dr. Alec Burton, ha affermato ripetutamente che la febbre è regolata nel cervello, e che viene limitata entro margini accettabili di sicurezza dall’azione di enzimi specializzati nella produzione e nella gestione ottimale del calore.
Il corpo produce calore e febbre per un motivo, e non a caso!
Se si cerca di raffreddare il febbricitante con panni freddi o peggio con farmaci, si costringe il suo organismo a produrre più calore per ripristinare l’alto calore stabilito in origine, causando lavoro in più e ritardi nella guarigione.
Nessun danno proviene dalla febbre, mentre tanto danno proviene dalle interferenze umane.
Il caldo è segnale positivo di vitalità e di reattività!
Già Parmenide, del resto, filosofo e medico della Magna Grecia usava esprimersi con la celebre frase: “Datemi la potenza della febbre e saprò fare mirabilie.”
Questo avveniva la bellezza di 2500 anni fa.
La febbre alta di breve durata, tipica dei bambini e dei giovani, degli organismi integri e ricchi di capitale enzimatico, è quella migliore.
La febbre bassa e prolungata dei 37-37,5 ° C, è assai più rischiosa e degna di fondati timori
Sempre ricordando che un corpo privo di vita non innalza più alcuna temperatura.
Se una persona trema di freddo, offritele una coperta in più. Se ha troppo caldo, toglietele una coperta.
In ogni caso la circolazione d’aria è assolutamente indispensabile. Occorre mantenere il paziente in condizioni confortevoli.
L’abitudine di ridurre e sopprimere la febbre, nel timore che essa vada oltre i limiti paventati dal terrorismo psicologico di una certa medicina, può avere effetti drammatici e persino mortali.
Nell’Ohio, tra il 94 e il 97, un centinaio di bambini con sintomi influenzali cessarono di vivere. Erano tutti stati sfebbrati con semplice aspirina.
Oggi si sa che la febbre è controllata e gestita dall’ipotalamo. Si sa pure che l’attività vigorosa ed essudante degli atleti è in grado di provocare alta temperatura e di replicare gli effetti benefici della febbre stessa.
Gli igienisti hanno dimostrato anche qui di aver capito i meccanismi difensivi in anticipo sui tempi.

Valdo Vaccaro