Il
metropolita Arseny (Igor Fedorovich Yakovenko) è sotto processo per avere detto
la verità sul bombardamento di Slavyansk e sull'aggressione contro un sacerdote
della Chiesa ortodossa ucraina.
L'abate del monastero si trova in carcere dal 24 aprile di quest'anno. Nonostante il periodo di custodia cautelare sia solo di due mesi, il sacerdote si trova ancora nel carcere di Dnepropetrovsk.
E
questo non è l'unico abuso perpetrato. L'intero procedimento penale contro il
sacerdote è una presa in giro del concetto stesso di giustizia.
Il
metropolita Arseny è un degnissimo pastore, un vero monaco ed è molto amato e
ascoltato da religiosi e fedeli, proprio per questo è stato incarcerato.
Fin dall'inizio della guerra, il monastero fu
l'epicentro delle ostilità. Nonostante gli fosse intimata l'evacuazione, il
vescovo rimase nel monastero insieme agli altri monaci ed è miracolosamente
sopravvissuto ai bombardamenti a seguito dei quali morirono diversi monaci e
rifugiati.
I
bombardamenti, è doveroso sottolinearlo, arrivarono da parte ucraina, nonostante
nel monastero ci fossero solo profughi e monaci.
La
figura del vescovo Arseny attirò l'ira dei servizi segreti ucraini, che
effettuarono numerose perquisizioni nel monastero senza tuttavia trovare
nulla.
La
colpa principale del vescovo è quella di
avere detto che i bombardamenti sul monastero arrivavano da parte dell'esercito
ucraino e lo stesso missile che colpì la città di Slavyansk fu lanciato dagli
ucraini, inoltre continuando a prendersi cura dei fratelli e delle migliaia di
profughi che la Lavra ogni giorno accoglieva, era diventato una figura scomoda.
Per questo fu accusato di tradimento e incarcerato.