mercoledì 3 maggio 2023

Scene di vita vissuta.


 
Ieri pomeriggio mi trovato con mia figlia a danza e mentre l’aspettavo ero in compagnia di un gruppetto di mamme e alcuni papà anch’essi in attesa che il pargolo terminasse la lezione.
Dopo un pò una mamma dal nulla, tira fuori il discorso dei danni da vaccino: dice che lei dopo la terza dose non è più la stessa, dice che anche alcuni suoi amici stanno male. Interviene un’altra mamma che le fa eco dicendo che il figlio non è più lo stesso dopo la “punturina”, e che è preoccupata da quello che sta sentendo da alcuni giornali e programmi televisivi nelle ultime settimane. Dice che avevano ragione i novax. Alchè se ne esce un papà, che convinto, dice che sono tutte cavolate buone per spaventare la gente, che i morti ci sono sempre stati e pure i malori tra i giovani, solo che ora, con il bombardamento mediatico quotidiano, si vengono a sapere.
Per trovare man forte alle sue argomentazioni, e darsi un tono di “ufficialità”, si rivolge ad alta voce ad un uomo che si trovava in disparte, dicendogli: “diglielo tu, che fai il carabiniere e sai la legge, che quello che dicono sui danni da vaccino sono tutte cazzate!”.
L’uomo si gira, guarda il suo interlocutore e scuote la testa, poi si rivolge alle signore e guardandole negli occhi dice: “purtroppo non sono cavolate, io stesso per essermi opposto alla vaccinazione a cui eravamo soggetti noi militari, sono stato sospeso dal servizio e lasciato a casa senza stipendio, trattato come un appestato, isolato dai miei colleghi. Gli stessi che ora, a distanza di mesi vedo stare male e non essere più quelli di prima.”
Nessuno ha provato ad argomentare, a contrastare e a ribattere: una doccia gelata, una risposta che non ti aspetteresti mai da un uomo delle istituzioni, ed invece…
La lezione finì, prese sua figlia, ed augurò a tutti i presenti con un sorriso una buona serata e se ne andò.
Questo fatto mi ha fatto riflettere. Ognuno in questi anni ha fatto la sua battaglia, in silenzio, con umiltà e dignità, non aspettandosi nulla dal vicino, dall’amico o dal familiare, anzi venendo molte volte tradito nei suoi affetti più cari, nelle sue certezze. Ognuno ha portato avanti la sua “guerra”, una guerra interiore prima di tutto, una guerra dove chi ha deciso di dire no si è scoperto soldato in trincea, bersaglio del “fuoco amico”. Ma ha resistito, ha trovato le motivazioni dentro di sé, ed ha deciso di andare avanti coerente con sé stesso.
Fatti come questo li ho riportati più volte nel canale; testimonianze di vita vissuta, testimonianze di chi la sua scelta l’ha già fatta, testimonianze di chi ha già vinto perché ha capito che indietro non si torna più. Tutto è servito per crescere, per maturare e per evolvere, ognuno con il suo credo, ognuno con la sua determinazione, ognuno con rinnovate speranze in sé stesso. Nessuno oggi è la stessa persona che era tre anni fa, ed è giusto così. Tappe di un cammino chiamato VITA.

Leonardo Santi