venerdì 26 maggio 2023

Ci sono le prove, ci sono le testimonianze…


E ci sono anche i protocolli, che si adottavano e con i quali si portava alla morte il maggior numero possibile di persone.
Ciò non avveniva chissà dove, avveniva in Italia, dove ora è tutto alla luce del sole. Non era una teoria del complotto, non erano fantasie, ecco il protocollo che fa seguito ai racconti di pazienti e familiari ricoverati per Covid 19. Sì, negli ospedali italiani si decideva chi salvare e chi portare alla morte. Non è una tesi, ci sono le testimonianze video di chi si è salvato, così come quelle di medici e infermieri che si sono rifiutati di legare ai letti i pazienti malati ed ucciderli.
Per quanto le mie parole siano molto forti e molto dure, le metto per iscritto con la coscienza pulita, perché ripeto, ne abbiamo testimonianza diretta attraverso i video interviste realizzati dalla collega Raffaella Regoli per Fuori dal Coro. Programma che, piaccia o meno, ha raccolto queste testimonianze e le ha rese pubbliche sotto forma di intervista video.
Ma permettermi una considerazione. Se non ci impegneremo per avere giustizia, non ci sarà giustizia. E su questo aspetto sono molto preoccupato perché vede un distacco impressionante dall’argomento: oggi è più rilevante la fantomatica identità digitale della voglia di giustizia. Nessuno si offenda, è la verità. O almeno è quella che ogni giorno riscontro massicciamente.
Giusto prestare attenzione a tutto ciò che accade e che può accadere, pur sempre senza cadere nella trappola del terrorismo. Deleterio dimenticare ciò che accaduto. Se non ci sarà giustizia per il Covid, di noi potranno fare ciò che vogliono anche in futuro.

Davide Zedda