venerdì 4 luglio 2025

Nobili antenati ci hanno preceduto, e abbiamo l’obbligo morale di seguirli.


 

Vengo da Pitagora, disegnatore di triangoli, note musicali e leggi armoniche. Fu ispirazione per Archimede, mente geniale del mondo antico, le cui leggi ancora oggi ci guidano.

Vengo da Erofilo di Calcedonia e da Erasistrato, fondatori della grande scuola medica di Alessandria.

Vengo da Parmenide di Velia, quello del “datemi una febbre alta e ne saprò fare mirabilie”.

Vengo da Ippocrate, del “primum non nocere”, del “la Natura è sovrana medicatrice di tutti i mali”.

Vengo dal buddismo, dal taoismo, dall’induismo e dai Veda, da visioni del mondo non antropocentriche, dove anche le tartarughe di mare – con milioni di anni di storia – meritano rispetto.

Vengo da Hypatia di Alessandria, prima astronoma e matematica, fatta a pezzi per aver osato essere più colta e libera di chiunque. Ancora oggi simbolo di emancipazione e pensiero.

Vengo da Giordano Bruno, arso vivo per aver immaginato infiniti mondi e per aver osato pensare con la propria testa.

Passo da Leonardo da Vinci e da Galileo Galilei, entrambi vittime dell’arroganza del potere.

Vengo da Paracelso, spirito rinascimentale libero, medico e alchimista, che imparava più dai poveri che dagli accademici, e si laureò a Ferrara.

Vengo da Voltaire, convinto che finché esisterà un solo macello sulla Terra, l’uomo non troverà pace.

Vengo da William Osler, che diceva che il vero medico non cura, ma educa a vivere lontano da farmaci, vaccini e sostanze chimiche.

Vengo da Claude Bernard, che smascherò Pasteur sostenendo che la malattia è amica, segnale del corpo che si purifica.

Vengo da Padre Taddeo di Wiesent, che insegnava come si muoia di sangue intossicato e linfa stagnante, non di cardiopatia.

Infine, vengo dalla Health Science Igienistica americana di Herbert Shelton, e dai suoi eredi: Alec Burton, Ralph Cinque, Robert e Nathan Pritikin, pionieri di cliniche dove si entra in carrozzella e si esce a passo leggero, senza stampelle e con scarpe da ginnastica.

Vengo da qui.

E ho il dovere di ricordarlo.


Valdo Vaccaro