Di valori nello sport ne sono rimasti pochi. Questo ragazzo è nato in un poverissimo villaggio del Senegal, sopravvissuto ad una vita di stenti, divenne celebre per non aver mai cambiato lo schermo rotto del telefono. 'Finchè funziona va bene così', disse.
Ecco la sua storia.
"Quando toccò a me effettuare il provino c'era un uomo anziano che mi guardava come se io fossi nel posto sbagliato. Mi chiese: sei qui per il provino? e io risposi di sì.
Con quelle scarpe? Guardale, come puoi pensare di giocare con quelle?, mi disse.
In effetti erano davvero malandate, vecchie e rotte.
Poi aggiunse: e quei calzoncini? Non hai dei calzoncini da calcio?
Gli risposi che ero lì con l'attrezzatura migliore che avevo e che volevo solo giocare e dimostrare le mie qualità.
E quando sono andato in campo dovevi vedere la sorpresa nel suo viso. Venne da me e disse: Ti ingaggio subito, giocherai nella mia squadra.
Ho sofferto la fame, sono sopravvissuto a tempi difficili, ho giocato scalzo e non sono andato a scuola.
Non so cos'è il divertimento, non sono mai andato ad una festa perché so che se non darò tutto, non farò mai delle belle prestazioni in campo e non raggiungerò mai i miei obiettivi.
Oggi, con quello che guadagno, posso aiutare gli altri.
Ho costruito scuole, uno stadio, abbiamo dato vestiti, scarpe e alimenti a persone in stato di estrema povertà. E poi dono 70 euro al mese a tutti gli abitanti di una zona molto povera del Senegal, per contribuire all’economia familiare.
Perché dovrei volere dieci Ferrari, venti orologi di diamanti e due aerei? A cosa servono queste cose per il bene del mondo?
Non sopporto neppure la Playstation, principale hobby dei miei compagni. Non l’ho mai usata, penso che sia solo un modo per perdere tempo e io non voglio perdere il mio inutilmente”.