di Valdo Vaccaro.
È un fatto
accertato che un tumore cosiddetto maligno ci mette diversi anni a crescere in
situazione corporale pre-tumorale, chiamata pure cancer milieu o ambiente
tumorale, fatto di indigestioni frequenti, di costipazioni, di costante stato
acidificato, di carenza di ossigeno alle cellule, di sangue che scorre poco, di
ambiente esterno non esattamente conforme con le esigenze e le aspettative di
una persona.
Sia che il tumore
si presenti nel tubo digerente, nell’apparato respiratorio,
o sia esso esterno
e quindi visibile sulla pelle dobbiamo ricordare che
esso si è
sviluppato su un complesso organico-corporale indivisibile e unitario,
irrigato da un
solo liquido vitale come sangue e linfa, ed azionato da una sola energia
chiamata energia nervosa.
Come tutte le
malattie metaboliche il cancro è un sintomo e non va curato.
Come sostiene
anche Manuel Lezaeta, anziché concentrarsi a “curare il cancro”,
il medico vero
dovrebbe pensare solo a come ristabilire la salute integrale del canceroso, ovvero dovrebbe impegnare tutti i suoi sforzi
e le sue conoscenze al ripristino della normalità funzionale di tutto
l’organismo del paziente, in stretta collaborazione.
Ma tutto funziona
invece nel modo opposto.
Niente ha
imparato il medico all’università, se non a rimuovere, a mutilare con indubbia
arte e abilità, se non a sopprimere farmacologicamente i sintomi.
Ha imparato anche
a stare lontano da Madre Natura, e a disobbedire all’insegnamento del suo
stesso maestro antico Ippocrate.
Utopistico
pensare che possa fare un percorso diverso da quello che gli è stato tracciato
ed inculcato.
Ci sono poi da
rispettare in modo rigoroso i protocolli medici, oltre che una marea di
interessi e di convenienze.
Farmaci, chemio,
chirurgia asportativa sono in effetti scorciatoie incapaci di apportare
qualsiasi miglioramento che non sia precario, apparente e temporaneo.
Una consolazione
di breve periodo nel vedere che materialmente la sovra-crescita o il neo sono
spariti e che non ci sono più, mentre si sa nel profondo che non è così, si
percepisce che ci vuole ben altro per guarire ma che non lo si fa perché esiste
da un lato un paziente ignorante e dall’altro un medico altrettanto ignorante
al quale nessuna scuola medica corrente ha insegnato qualcosa di diverso.
Due persone che
si accordano tacitamente per effettuare un intervento di routine che si
pretende essere risolvente e privo di pesanti effetti collaterali, mentre non è
per niente così.
Madre Natura non
è priva di segnali e di ammonimenti in proposito. La recidiva ne è un esempio.
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